/  approfondimenti   /  Come gestire al meglio i primi momenti di distacco dai figli piccoli

Come gestire al meglio i primi momenti di distacco dai figli piccoli

Elaborare i distacchi è molto importante e rappresenta uno strumento essenziale per un bambino che cresce: la capacità di affrontarli è una conquista indispensabile al vivere del bambino e deve essere sostenuto dall’ambiente che lo circonda, nello specifico dai propri genitori.

Durante l’evento organizzato nei mesi scorsi presso il nostro Studio21, centro di psicoterapia e psicologia clinica, abbiamo riflettuto insieme al pubblico presente su quanta fatica costino i distacchi a tutti e in particolare ai bambini, che stanno ancora elaborando le loro strategie per affrontarli.

Il tempo della simbiosi: le basi di un attaccamento sicuro

“Per potersi separare bisogna incontrarsi” scrive A. Marcoli e l’esperienza di incontro più importante e profonda del bambino è proprio con la propria madre.

Le basi di un sé tanto più integro e strutturato passano quindi attraverso la possibilità per il figlio nelle sue prime fasi dello sviluppo di vivere pienamente il tempo della simbiosi, del legame, dell’attaccamento con la figura di accudimento, generalmente rappresentata dalla madre. Colei che nel corso della crescita accogliendone gli stati d’animo, i disagi e i bisogni lo aiuta a dare un senso, un ordine e un valore al suo mondo interno e alle sue esperienze. La madre inoltre  insegna, attraverso la risposta, il gesto, lo sguardo arricchito poi dall’uso del linguaggio, a chiamare, regolare e modulare le emozioni.

Ogni volta che la mamma risponde e soddisfa il bisogno del bambino di fame, di sete, di contatto gli trasmette un grande riconoscimento: quello di esistere e di essere degno di essere ascoltato.

È proprio nel rispecchiamento con il genitore che il bambino nelle prime fasi dello sviluppo costruisce le radici del valore del proprio Sé. Un “sentirsi degno” che inizialmente viene assimilato sotto forma di sensazioni di benessere fisico, quindi ad un livello corporeo e poi interiorizzato a livello emotivo.

Questa fase però non può durare oltre il necessario. C’è il “giusto” tempo per ogni cosa e questo tempo giusto è dato dall’ascolto e dal rispetto del processo maturativo del figlio nelle sue diverse fasi di sviluppo, ciascuna caratterizzata dall’acquisizione di nuove abilità e bisogni orientati verso l’autonomia e l’emancipazione.

Sviluppare legami d’attaccamento verso chi si prende cura di noi è un istinto fra i più forti.

Per natura siamo portati, fin da piccoli, a cercare la vicinanza con le nostre figure di riferimento, che ci forniscono supporto, accudimento e protezione. Il contatto con il genitore, per un bambino, significa sicurezza. È del tutto normale, quindi, che nel momento in cui questo legame si interrompe, anche solo per brevi periodi, intervenga uno stress emotivo nel bambino. Anche il genitore, però, non ne è immune: il crescere comporta continue conquiste, ma anche continui distacchi, che sono mentalmente tra le cose più dolorose da tollerare per tutti. Risulta, quindi, importante gestire positivamente i primi momenti di separazione. Tali esperienze suscitano nei bambini vissuti ambivalenti: da un lato la curiosità legata alla scoperta di un mondo diverso da quello familiare, con la possibilità di esplorare nuovi spazi di vita e di allacciare relazioni di fiducia con adulti e con coetanei, con cui condividere giochi e interessi; dall’altro la difficoltà a “lasciare andare” con serenità le persone amate e la paura che possano non tornare. In parallelo anche il genitore è impegnato su due fronti: promuovere il bene dei propri figli e comprendere i propri sentimenti contrastanti, affinché non pesino sulle loro scelte.

Confrontarsi sulle difficoltà che la separazione comporta può essere molto utile, si attraversa la sofferenza ma si sperimenta anche che la si può mentalmente contenere e tollerare.